Secondo l’indagine dell’Antitrust gli ordini professionali agiscono come caste, detengono privilegi ingiustificati e sono restie al cambiamento.
Conclusa l'indagine conoscitiva dell'Antitrust su 13 ordini professionali partita nel gennaio 2007. Ne esce un quadro preoccupante: categorie poco propense al cambiamento e all'introduzione nei codici deontologici di innovazione, necessari per aumentare la spinta competitiva nei singoli comparti. Stiamo parlando degli ordini professionali di architetti, avvocati, consulenti del lavoro, farmacisti, geologi, geometri, giornalisti, ingegneri, medici e odontoiatri, notai, periti industriali, psicologi, dottori commercialisti ed esperti contabili. Il loro comportamento sarebbe assimilabile, secondo l'organismo di vigilanza sulla concorrenza, a quello delle caste, detentrici di privilegi ingiustificati – permessi da una regolamentazione normativa unica in Europa - ed estremamente reticenti al cambiamento.
Più in particolare, le 13 categorie professionali in esame non avrebbero colto le opportunità di crescita offerte dalla liberalizzazione della pattuizione del compenso del professionista, dalla possibilità di costituire società multidisciplinari e di fare pubblicità informativa. Al contrario, queste sarebbero state viste addirittura come ostacoli allo svolgimento della propria attività. Poche le eccezioni positive: a geometri, dottori commercialisti, periti industriali e farmacisti, l'Antitrust ha riconosciuto il merito di aver «adeguato i codici deontologici in materia di determinazione del compenso professionale ai principi concorrenziali». L'Antitrust lancia quindi il monito agli ordini professionali, esortandoli a non perdere altro tempo per adeguarsi alle normative europee.
Il Garante suggerisce inoltre di l'utilizzo di strumenti legislativi per combattere l'immobilismo degli ordini. Tra quelli più urgenti viene indicata la necessità di creare dei percorsi di accesso alle professioni più agevoli, mediante corsi universitari e tirocini studiati sulle reali esigenze di apprendimento e con un limite di tempo predeterminato. Andrebbe inoltre rafforzata la nozione di "decoro professionale" al fine di incentivare la concorrenza tra professionisti e la correttezza professionale nei confronti della clientela. Secondo l'Associazione dei Consumatori Aduc e i Giovani Avvocati, ogni tentativo di riforma degli ordini professionali sarebbe inutile: l'unico modo per "democratizzare offerte e domande" è abolirli del tutto.
di Noemi Ricci - lunedì 23 marzo 2009
Fonte: http://www.pmi.it/lavoro-e-imprenditoria/news/4605/antitrust-professionisti-caste-chiuse.html
L'Antitrust critica gli ordini professionali - Agiscono come caste
Fonte: http://www.pmi.it/lavoro-e-imprenditoria/news/4605/antitrust-professionisti-caste-chiuse.html
L'Antitrust critica gli ordini professionali - Agiscono come caste
Da un'indagine emergono forti resistenze ai principi di liberalizzazione da parte dei liberi professionisti.Milano – Secondo l'Antitrust medici, architetti, giornalisti, psicologi, odontoiatri, avvocati, notai, commercialisti ed esperti contabili agiscono come caste, godono di privilegi senza regole e contrastano fortemente il cambiamento. Dall'indagine condotta lo scorso gennaio è emersa chiara la posizione degli ordini professionali, i quali si oppongono alle naturali innovazioni che i loro codici deontologici necessitano per poter alimentare una sana e giusta concorrenza al loro interno.
L'Authority ha invitato questi ordini ad adeguarsi al più presto alle direttive europee lasciando spazio alle trasformazioni necessarie per uscire dalla immobilità nella quale stagnano; un buon inizio potrebbe essere rappresentato dall'introduzione di percorsi meno tortuosi per accedere alle professioni, dalla liberalizzazione delle tariffe, dalla pubblicità informativa e dalla possibilità di costituire società multidisciplinari.
"Tutto questo è sentito come un pericolo dalle categorie che non riescono ad intravedere la grande opportunità di crescita in competitività", ha commentato il Garante che confida in un intervento da parte del Legislatore nella definitiva abolizione delle tariffe minime o fisse ancora presenti nella legge Bersani del 2006.
Valentina Matera
L’Antitrust: "Ordini professionali agiscono come caste"
Architetti, avvocati, consulenti del lavoro, farmacisti, geologi, geometri, giornalisti, ingegneri, medici e odontoiatri, notai, periti industriali, psicologi, dottori commercialisti ed esperti contabili. Ordini professionali che, secondo l’Antitrust, agiscono come delle "caste". Con privilegi ingiustificati e un’elevata resistenza al cambiamento. L’organismo che vigila sulla concorrenza ha terminato un’indagine in corso dal 2007 sugli ordini professionali. E per il garante il risultato è preoccupante: "Dall’indagine conoscitiva su 13 ordini professionali, avviata a gennaio 2007 e emerge una scarsa propensione delle categorie, sia pur con positive eccezioni, ad accogliere nei codici deontologici quelle innovazioni necessarie per aumentare la spinta competitiva all’interno dei singoli comparti'’. Anzi, ‘’la liberalizzazione della pattuizione del compenso del professionista, la possibilità di fare pubblicità informativa e di costituire società multidisciplinari - si legge nelle conclusioni - non sono state colte come importanti opportunità di crescita ma come un ostacolo allo svolgimento della professione'’. Gli ordini, secondo l’Antitrust, non possono più tardare nell’adeguarsi alle normative europee. Così il garante invita ad agire con gli strumenti legislativi contro l’immobilismo degli ordini. E propone alcune modifiche "necessarie", come "prevedere percorsi più agevoli di accesso alle professioni" attraverso corsi universitari e "tirocinii proporzionati alle effettive esigenze di apprendimento", non stage infiniti. Sarebbe poi giusto, secondo l’organismo, che la nozione di "decoro professionale" sia "elemento che incentivi la concorrenza tra professionisti e rafforzi i doveri di correttezza professionale nei confronti della clientela e non per guidare i comportamenti economici dei professionisti".Secondo l’associazione dei consumatori Aduc, le parole dell’Antitrust "rendono giustizia di una situazione sotto gli occhi di tutti: i tentativi di riforma degli ordini sono inutili. Quand’anche qualcosa dovesse apparire, si tratterebbe comunque di fumo negli occhi. Solo la loro abolizione potrebbe democratizzare offerte e domande'’.
L'Authority ha invitato questi ordini ad adeguarsi al più presto alle direttive europee lasciando spazio alle trasformazioni necessarie per uscire dalla immobilità nella quale stagnano; un buon inizio potrebbe essere rappresentato dall'introduzione di percorsi meno tortuosi per accedere alle professioni, dalla liberalizzazione delle tariffe, dalla pubblicità informativa e dalla possibilità di costituire società multidisciplinari.
"Tutto questo è sentito come un pericolo dalle categorie che non riescono ad intravedere la grande opportunità di crescita in competitività", ha commentato il Garante che confida in un intervento da parte del Legislatore nella definitiva abolizione delle tariffe minime o fisse ancora presenti nella legge Bersani del 2006.
Valentina Matera
L’Antitrust: "Ordini professionali agiscono come caste"
Architetti, avvocati, consulenti del lavoro, farmacisti, geologi, geometri, giornalisti, ingegneri, medici e odontoiatri, notai, periti industriali, psicologi, dottori commercialisti ed esperti contabili. Ordini professionali che, secondo l’Antitrust, agiscono come delle "caste". Con privilegi ingiustificati e un’elevata resistenza al cambiamento. L’organismo che vigila sulla concorrenza ha terminato un’indagine in corso dal 2007 sugli ordini professionali. E per il garante il risultato è preoccupante: "Dall’indagine conoscitiva su 13 ordini professionali, avviata a gennaio 2007 e emerge una scarsa propensione delle categorie, sia pur con positive eccezioni, ad accogliere nei codici deontologici quelle innovazioni necessarie per aumentare la spinta competitiva all’interno dei singoli comparti'’. Anzi, ‘’la liberalizzazione della pattuizione del compenso del professionista, la possibilità di fare pubblicità informativa e di costituire società multidisciplinari - si legge nelle conclusioni - non sono state colte come importanti opportunità di crescita ma come un ostacolo allo svolgimento della professione'’. Gli ordini, secondo l’Antitrust, non possono più tardare nell’adeguarsi alle normative europee. Così il garante invita ad agire con gli strumenti legislativi contro l’immobilismo degli ordini. E propone alcune modifiche "necessarie", come "prevedere percorsi più agevoli di accesso alle professioni" attraverso corsi universitari e "tirocinii proporzionati alle effettive esigenze di apprendimento", non stage infiniti. Sarebbe poi giusto, secondo l’organismo, che la nozione di "decoro professionale" sia "elemento che incentivi la concorrenza tra professionisti e rafforzi i doveri di correttezza professionale nei confronti della clientela e non per guidare i comportamenti economici dei professionisti".Secondo l’associazione dei consumatori Aduc, le parole dell’Antitrust "rendono giustizia di una situazione sotto gli occhi di tutti: i tentativi di riforma degli ordini sono inutili. Quand’anche qualcosa dovesse apparire, si tratterebbe comunque di fumo negli occhi. Solo la loro abolizione potrebbe democratizzare offerte e domande'’.