L’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense, così come oggi si svolge annualmente, è stato introdotto nell’ordinamento italiano nel 1934 per volontà dell’allora governo Mussolini. Pertanto, dire che la legge istitutiva di tale esame è una legge fascista non è un eufemismo, bensì è un dato di fatto assai rilevante. I regi decreti n. 36 e 37 del 1934 costituiscono infatti il testo base che disciplina lo svolgimento delle prove, detta i requisiti per la partecipazione e indica le modalità di valutazione. Tale disciplina ha subito negli anni varie modifiche ma lo spirito della legge del 1934 rimane immutato.
Lo spirito di questa legge è riassumibile nella seguente espressione formulata provocatoriamente da Lillo Massimiliano Musso: “In Italia può svolgere la professione di avvocato il laureato in giurisprudenza che si sottopone al vaglio di tre caste: la casta degli avvocati, la casta dei giudici, la casta dei docenti universitari. Questi rappresentanti delle caste decidono chi e quando può entrare nella casta degli avvocati attraverso un perverso meccanismo di valutazione che consente a chi giudica di esercitare un arbitrio assoluto dinanzi il quale il candidato non ha altre vie che la rassegnazione o la disperazione”.
Questo blog argomenterà nel dettaglio quanto riportato sinteticamente in corsivo per aiutare la diffusione delle istanze più genuine che provengono dai giovani giuristi del nostro Paese che chiedono meccanismi di ingresso nelle professioni forensi sganciati dalle abitudini della cooptazione, della raccomandazione e del ricatto.
Il Movimento Critico sull’Esame di Abilitazione all’esercizio della professione di avvocato nasce per chiedere l’abolizione del permanente regime corporativo e per affermare finalmente la libertà e la responsabilità di una libera professione ancor oggi soffocata dalle catene delle corporazioni.
Aderiscono al Movimento avvocati, giudici, docenti universitari, praticanti, studenti, politici, giornalisti e tutti coloro che condividono la nostra mission. L’adesione al Movimento è su base ideale, pertanto non sono richiesti contributi economici né vi sono coordinamenti territoriali. È gradita la segnalazione della propria adesione che sarà resa pubblica solo su esplicitata richiesta.
La nostra mission è innanzitutto informare il grande pubblico. L’opinione pubbica deve conoscere il problema e farsene carico, perché tutti prima o poi si rivolgono ad un avvocato, per difendersi o per far valere un proprio diritto, ed è fondamentale che una categoria professionale tanto importante, dalla quale dipende gran parte della giustizia sostanziale, sia costituita da persone competenti ed oneste. L’abilitazione dell’avvocato pertanto non può avvenire come avviene oggi, attraverso le raccomandazioni, i compiti passati sottobanco, le buste sostituite ed ogni genere di malaffare che trasmoda nell’illecito.
Lo spirito di questa legge è riassumibile nella seguente espressione formulata provocatoriamente da Lillo Massimiliano Musso: “In Italia può svolgere la professione di avvocato il laureato in giurisprudenza che si sottopone al vaglio di tre caste: la casta degli avvocati, la casta dei giudici, la casta dei docenti universitari. Questi rappresentanti delle caste decidono chi e quando può entrare nella casta degli avvocati attraverso un perverso meccanismo di valutazione che consente a chi giudica di esercitare un arbitrio assoluto dinanzi il quale il candidato non ha altre vie che la rassegnazione o la disperazione”.
Questo blog argomenterà nel dettaglio quanto riportato sinteticamente in corsivo per aiutare la diffusione delle istanze più genuine che provengono dai giovani giuristi del nostro Paese che chiedono meccanismi di ingresso nelle professioni forensi sganciati dalle abitudini della cooptazione, della raccomandazione e del ricatto.
Il Movimento Critico sull’Esame di Abilitazione all’esercizio della professione di avvocato nasce per chiedere l’abolizione del permanente regime corporativo e per affermare finalmente la libertà e la responsabilità di una libera professione ancor oggi soffocata dalle catene delle corporazioni.
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MoVi