sabato 9 maggio 2009

Esamopoli a Bari, chiesti 35 rinvii a giudizio: i nomi

BARI - Qualcuno lo avrebbe fatto per soldi, qualcun’altro per continuare a tessere le trame di un sistema fatto di rapporti clientelari. In gran parte dei casi erano «mazzette», nella restante favori per gli «amici». La fase delle indagini preliminari per l’inchiesta «Esamopoli», che ha scardinato una vera e propria «cupola» della raccomandazione all’interno della facoltà di Economia della Università degli studi di Bari, si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio per 35 tra docenti, studenti, cultori della materia e assistenti alle aule.

Nelle maglie della rete tesa dai detective del Nucleo investigativo del Reparto operativo provinciale dei carabinieri sono rimasti impigliati otto docenti e cultori della materia, 10 assistenti alle aule e collaboratori amministrativi, 17 tra studenti e genitori.

Nell’elenco degli indagati ci sono Pasquale Barile, 63 anni; Rosa Capolupo, 58 anni; Ciro Carella, 43 anni; Giovanni Continisio, 41 anni; Angelantonio Corriero, 28 anni; Margherita Cussino, 49 anni; Antonio De Feo, 62 anni; Bruno De Santis, 58 anni; Massimo Del Vecchio, 47 anni; Francesco Furchì, 41 anni; Tommaso Gelao, 48; Matteo La Marca, 43; Lucia Lavermicocca, 43; Francesco Lobuono, 48; Stefanos Papagiannis, 27, greco di Ptolemaide; Giuseppe Maurogiovanni, 62; Michele Milillo, 73; Vincenzo Milillo, 48; Luciano Rinaldi, 33; Sergio Riso, 55; Pasqua Tafuni, 48; Antonio Vaglio, 25; Franco Federico, 72; Teresita Roberta Belsanti, 47; Nicola Cancellaro, 24; Giorgio Cusatelli, 62; Nunzio Germoglio, 56; Michele Germoglio, 29; Alessandro Germoglio, 27; Aldo Barlaam, 63; Marco Barlaam, 25; Lorenzo Ranieri, 56; Cosimo Ranieri, 26; Roberto Ranieri, 24; Roberta De Pasquale, 27.

A loro sono contestati a vario titolo i reati di associazione per delinquere, concussione, corruzione, falso, falsa attribuzione di lavori altrui e rivelazione di segreti. Ma la lente di ingrandimento degli investigatori ha reso visibile una miriade di rapporti di «connivenza» tra chi gestiva le sedute di esame o aveva la possibilità di condizionarne gli esiti e una corte di questuanti, pronta a bussare alla porta del professore, oppure a pagare per accaparrarsi i buoni uffici di un bidello pur assicurarsi la promozione per se, per un figlio, per un nipote. È lo spaccato di un sistema di malaffare, di compravendita di esami (che oscillavano tra mille e tremila euro), ma soprattutto di «favori»: e in questo sistema sono coinvolti appunto avvocati, ufficiali dei carabinieri, finanzieri, poliziotti (tutti graduati).

Tra i casi oggetto dell’indagine, quello dei figli di un noto imprenditore barese che avrebbe «raccomandato» i suoi due figli e «prenotato» la promozione anche per il terzogenito. I due ragazzi avrebbero superato almeno due esami senza mai sostenerli. Agli atti anche la raccomandazione del figlio di un docente universitario che avrebbe raccomandato il figlio all’esame da avvocato (superato) promuovendo in cambio la protetta di un collega che per tre volte non aveva superato un esame di economia.

07 Maggio 2009 - LUCA NATILE - Gazzetta del Mezzogiorno