Il primario favorì la vincitrice e minacciò i bocciati. Il docente è indagato con l´intera commissione e la vincitrice - di Paola Cascella
Seduta davanti alla commissione la candidata lo ammette: «Sto andando in palla». L´ansia, la tensione? Chissà. Comunque fa scena muta. Il presidente allora corre in suo in soccorso e le concede una pausa. Secondo round: la dottoressa che è in gara per un posto di ricercatore universitario Bio/14 a Farmacologia, ci riprova. Risultato: un orale appena sufficiente, secondo la valutazione dell´intera commissione. E tuttavia la vincitrice del concorso è lei, Elisabetta Polazzi, 39 anni, bolognese, della facoltà di Scienze, dipartimento studi avanzati. A suo favore varie pubblicazioni e due prove scritte di buon livello. Peccato però che nel verbale d´esame, il verbale numero 6, di quel suo impasse, risolto dal presidente con inedita cavalleria, non c´è traccia. E´ il marzo 2008.
A distanza di un anno il concorso è finito sulla scrivania del pm Antonello Gustapane in seguito ad un esposto di due dei cinque concorrenti bocciati che hanno fatto ricorso anche al Tar, ottenendo il congelamento del risultato. Ora Polazzi è indagata con l´intera commissione: il presidente Ottavio Gandolfi, 62 anni, direttore del dipartimento di Farmacologia e ordinario alla facoltà di Medicina all´Alma mater, e i commissari Maria Enrica Fracasso, 64 anni, professore associato dello stesso dipartimento ma dell´ università di Verona, e Fabio Tascedda 38 anni, ricercatore al dipartimento di Scienze biomediche dell´università di Modena. A loro carico la Procura ipotizza i reati di falso ideologico e materiale, e di abuso d´ufficio. Gandolfi risponde anche di concussione perché avrebbe cercato di convincere i bocciati a non presentare, addirittura «prospettando ritorsioni sulla loro futura carriera all´interno del dipartimento». Martedì scorso i Carabinieri del Nas hanno perquisito il suo studio in facoltà, in via Irnerio 48, e anche l´ abitazione, in una piazza del centro storico.
Secondo l´avvocato Guido Magnisi che insieme ai colleghi Antonio Carullo e Beatrice Belli difende i due dottori bocciati (un´assegnista di ricerca e un borsista dello stesso dipartimento diretto dal professor Gandolfi) la prova orale del concorso fu costellata di «imbarazzanti irregolarità». Tutte a favore della dottoressa Polazzi. Oltre a consigliarle di accomodarsi in aula per calmarsi, consentendole poi una seconda chance, Gandolfi e gli altri esaminatori le avrebbero offerto numerosi assist. Per esempio, mentre aspetta di essere nuovamente interrogata dalla commissione, la dottoressa viene messa in condizione di approfondire il tema da lei estratto a sorte sul quale, in prima battuta ha mostrato «gravi incertezze». Come? Ascoltando le risposte di un´altra candidata alla quale, guarda caso, vengono rivolte domande su quello stesso punto, «nonostante l´argomento da lei sorteggiato fosse un altro». Non solo. Secondo l´accusa, anche il professor Tascedda si prodiga per lei fornendole «un indebito aiuto» attraverso uno schemino col quale su un foglio «evidenzia le diverse possibili forme di interaziona tra i farmaci (il tema d´esame ndr) sulle quali la candidata avrebbe dovuto soffermarsi nell´esposizione della risposta».
L´esposto è partito ai primi di marzo dopo il ricorso al Tar. I candidati bocciati avevano saputo che era in ballo una proposta di annullare la prova orale e basare il concorso solo su pubblicazioni e scritti.
(02 aprile 2009)